19/02/13

Numeri e opinioni.


(Fonte immagine: Third Quarter Financial Results Briefing)

A tutti piace dare i numeri. A molti piace darli solo quando questi servono in qualche modo a perorare la causa o l'opinione che si sta affermando in quel momento. Ma quasi tutti sono soliti dare numeri che provengono perlopiù dalle proprie (o altrui) cavità rettali, ergo da approssimazioni basate più sul sentito dire o su suggestioni personali (e a volte collettive) che su riscontri reali.

Noi parliamo di videogiochi giapponesi, noi seguiamo il mercato nipponico. Seguirlo non è difficile: Media Create e Enterbrain compiono un eccellente opera di monitoraggio, più puntuale (settimanale) e probabilmente anche più accurata dell'NPD statunitense, che però deve coprire un mercato molto più ampio.
E qui troviamo un paradosso: i "numeri" giapponesi sono i più facili da ottenere ma non li considera (o forse conosce) mai nessuno. I numeri europei sono i più complicati da ottenere (almeno per un non pagante), ma anche se fosse tutto viene considerato irrilevante contro i numeri del mercato americano, per il principio che i guadagni si fanno solo negli States o che i grossi guadagni si possano fare solo lì.

Non è esattamente così.

È vero che il mercato nord americano oggi può (poteva?) arrivare ad un tetto di 9/10 milioni (Call of Duty sulla 360, o Mario su Wii) di copie per un titolo su un singolo sistema, mentre nel Giappone odierno il tetto si assesta a 5 milioni di venduto massimo (sempre Mario su Wii o un Dragon Quest su DS/3DS). Ma tra COD, GTA, Mario e DraQue c'è tutto "il resto": i nuovi IP in primis, e comunque tutto quello che non può permettersi un budget faraonico in cui il 60/65% del medesimo finisce in promozione (non prendiamoci in giro, i multimillion seller, a meno che non abbiano il nome di una serie storica sulla copertina non vendono certamente per la loro qualità, o sicuramente NON SOLO per quella).

Un altro punto che nessuno ricorda è il cambio: un titolo standard in U.S.A. costa $59.99, con qualche titolo che può arrivare ai $69.99. In Giappone il prezzo è più libero, ma siamo sui ¥6,990 fino ad arrivare a ¥8,800 (N.B. per standard s'intende: home console current gen). Al cambio di oggi 6,990 yen sono 75 dollari (o se preferite i 59.99 dollari sono 5,564 yen). Oggi un dollaro equivale all'incirca a 90 Yen, ma per quasi due anni ha oscillato tra i 75/85. Per un azienda Giapponese una copia in patria ha un margine di guadagno maggiore rispetto a quello che ha negli States. Una parte delle perdite che abbiamo visto nei bilanci delle aziende nipponiche negli ultimi due anni viene anche da questo, lo Yen troppo forte (o il Dollaro/Euro troppo deboli) ha eroso parte dei guadagni fatti nei mercati esteri, tant'è che una delle aziende videoludiche che si trova meglio in questo momento è Namco Bandai che da un paio d'anni ha ormai spostato la sua attenzione principalmente al mercato interno.

Veniamo al punto, alla raison d'etre di questo post: sono un paio di mesi che leggo (e sento) dare per spacciata Nintendo perché ad un Wii U che non sta ripetendo i numeri del predecessore si è affiancato un 3DS che procede con il freno a mano tirato in occidente (che però al lato pratico significa: USA). Un esempio viene dai numeri dell'NPD di gennaio: in America si sono venduti 130/135.000 3DS. In verità è un anno che il portatile Nintendo vive una forte contrazione nel mercato statunitense, da qui voci che danno per spacciata l'azienda di Kyoto: "se non vende in America come fa? È per forza condannata al fallimento!" Raramente qualcuno ricorda che ci sono altri mercati, che in Europa (che non è solo UK o Germania) un po' tutto il mercato ha subito un colpo, ma proporzionalmente Nintendo è una delle realtà che questo colpo lo ha assorbito meglio. Più spesso ci si ricorda anche che 3DS non sta facendo male in Giappone. "Ma quanto può valere il mercato giapponese?" "Oggi son solo briciole, no?"

No.

Nel gennaio appena passato in Giappone sono stati venduti 606,581 3DS (classici e LL).

January 2013 NPD (Stati Uniti):

360 - 281K
PS3 - (201K - 224K) ("Very close" to 201K)
3DS - (126K - 149K) ("Very close but not as close as PS3 to 126K)
Wii - (101K - 124K) ("Very close" to 101K)
DS - (58K - 74K)
Wii U - 57K
Vita - ~35K
PSP - ~10K
(fonte NeoGaf)

1月 2013 in Giappone

360 - 5,001
PS3 - 143,468
3DS - 606,581
Wii - 12,701
DS - fuori distribuzione
Wii U - 131,157
Vita - 72,777
PSP - 112,373
(fonte Media Create)

Per quanto possa valere (apples and oranges) il numero dei 3DS venduti in Giappone è superiore alla somma di tutto l'hardware Sony e Microsoft venduto negli States durante lo stesso periodo. Con questi numeri è molto probabile che anche Sony abbia fatto "più soldi" in Giappone che in America, almeno sul versante hardware.

Il successo di PSP è dipeso esclusivamente dal mercato nipponico. Anche il futuro di Vita dipenderà unicamente da quello, fino a che non arriverà una killer application che farà comprare (e non rivendere) la PSV al pubblico giapponese il portatile di Sony galleggerà nel limbo.

Tornando al 3DS bisognerebbe anche ricordare come novembre scorso abbia visto l'uscita di とびだせ どうぶつの森/Animal Crossing: New Leaf in Giappone, che in un paio di mesi è riuscito a vendere poco meno di 3 milioni di copie. E che l'inizio di febbraio ha visto l'uscita, sempre in Giappone e sempre per 3DS, del remake di Dragon Quest VII (827,922 copie in prima settimana).

Eh si, Nintendo è spacciata...


Valerio.

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